Mi sono soffermata a pensare come appaiono i miei gesti, cosa vedono e percepiscono i miei figli, i miei familiari ed i miei pazienti mentre li compio.
Ci sono dei gesti che compio con così tanta attenzione e cura tali da fissare in loro un ricordo, una sensazione?
In balia di questa giostra di eventi che in quest’ultimo anno mi hanno travolta, in un mondo che va così di fretta, mi commuove e allo stesso tempo mi rasserena rivivere la semplicità dei gesti quotidiani compiuti da mia nonna, piccoli ma allo stesso tempo pregni di esperienza, di tradizioni, di buone e sane abitudini: il modo in cui si prende cura delle sue piante, il modo in cui piega e ripone i vestiti, il modo in cui cucina; gesti che intrecciano dialoghi e riflessioni intergenerazionali.
Ecco allora come la cura e l’attenzione si traducono nella gestualità delle piccole e semplici cose. L’importanza di donare attenzione e qualità al momento presente perchè lì risiede la gioia più grande ed è la strada più efficace per lasciare un segno positivo, una traccia del proprio passaggio.
Ho chiesto di poter anticipare alla ripresa della rubrica della nutrizionista queste righe perché non è così scontato avere la possibilità di lavorare con persone con le quali condividi un’unità di intenti e di valori. Non è una questione di “andare d’accordo” o di “feeling epidermico”, il problema è avere scale di valori diverse: non per tutti contano in modo uguale la trasparenza, la coerenza, l’impegno, il rispetto, la valorizzazione delle relazioni e del tempo.
Per la famiglia Moras queste cose contano, sono fondamenta alla base del loro lavoro e nei loro pacchetti di farina, anche se non si vede, c’è anche tutto questo.
Tre anni fa, dopo un momento di disillusione professionale, mi sono rimboccata le maniche investendo in una nuova avventura e proprio in quel momento ho avuto la fortuna di conoscere questa azienda familiare che mi ha coinvolta in una serie di progetti.
Ho potuto lavorare a stretto contatto con Anna Pantanali, ci siamo raccontate ed abbiamo stretto nel tempo una bella amicizia.
Il caso ha voluto che in questi mesi appena trascorsi vivessimo contemporaneamente, anche se in modi diversi ma non per questo meno intensi, l’esperienza della maternità.
La sua prima maternità di pancia e la mia seconda maternità di cuore.
Riflettendo su ciò Anna mi confida:
"I sogni son desideri. Ci ho creduto con tutta me stessa, anima e cuore ed il dono della maternità è arrivato. Un dono prezioso che ho benedetto dal primo momento in cui mi sono resa conto che dentro di me stava crescendo una vita.
Una vita che è arrivata quando ho completato un percorso volto all’amore per me.
Ho vissuto e sto vivendo l'esperienza della maternità come un momento sacro, in cui l'alternanza di piacere e dolore, di momenti felici e momenti più impegnativi, mi aiuta a mettermi in contatto con me stessa, con le mie virtù ma soprattutto mi mette di fronte ai miei limiti per permettermi di superarli, di andare oltre, di vedere più in là, di aprirmi...
La vita di prima non c’è più, è iniziato un nuovo capitolo ricco, impegnativo, luminoso e insieme ad esso è nata una nuova me. Ho scelto di educare mio figlio tenendo in considerazione il rispetto del SUO tempo, dei SUOI modi, del SUO essere e vivere giorno per giorno raccogliendo ogni attimo come il più speciale.
Diventare ed essere madre è innanzitutto una delle più belle e grandi esperienze d'amore che si possano vivere ed è proprio questo amore che mi ha portato oltre me stessa, che mi ha permesso di elevare il valore e la qualità delle mie relazioni."
Nel mio caso invece Due figli desiderati, voluti e attesi.
Due figli più forti di un destino che li ha visti nascere in due Paesi così diversi e così lontani .
Due figli che con il loro arrivo hanno arricchito e colorato la nostra Famiglia.
Due figli che ci permettono di testimoniare quotidianamente ciò in cui crediamo: nella diversità c’è bellezza, c’è forza e c’è ricchezza; la famiglia è dove il cuore trova sempre casa, dove ci si rende pronti ad accogliere un Dono, a trasformarlo in uno scambio di amore reciproco e perciò curativo per tutti.
Ed ecco che scopro come mai la frase letta in uno dei punti vendita Moras ha lasciato un segno in me: “Rispetta il tempo fra semina e raccolto ed attendi fiducioso il miracolo della Trasformazione”
Dopo essere passate entrambe per un momento di riflessione e valutazione personale, Anna ed io abbiamo deciso di portare avanti i nostri rispettivi lavori che ci appassionano e in cui possiamo essere noi stesse donando ogni giorno qualcosa di noi al prossimo, ma senza negarci la gioia di continuare ad essere mamme presenti per i nostri figli.
In una società che non investe più sulla famiglia, Molino Moras, Anna ed io abbiamo deciso di farlo. Perché la Famiglia rappresenta una verità fondamentale della vita, un luogo dove si attua l’esercizio costante dell’Amore che richiede coraggio ed impegno. Questo Amore consiste non tanto nell’essere perfetti o nel fare cose perfette, ma nel mettercela tutta in quello che si fa e in quello che si è.
Vorremmo continuare a svegliare i nostri bambini con un bacio sulla fronte e delle dolci parole sussurrate all’orecchio diverse da: “È tardi!” “Muoviti!”, con la possibilità di goderci anche questi momenti che spesso il tempo porta via con sé troppo velocemente. Ma c’è anche un altro aspetto in cui crediamo fortemente: trasmettere ai nostri figli la forza del desiderio cioè incarnare attraverso il nostro esempio come sia possibile vivere con slancio e con passione ciò che facciamo. Desiderio che ci stimola a realizzare i nostri sogni nel cassetto prima che diventino rimpianti; desiderio che permette di interrogarci sul nostro rapporto con il mondo e a restare profondamente innamorati della vita in ogni sua stagione con animo sempre fiducioso.
Dott.ssa Sujem Benedetto
Biologa nutrizionista
Specialista in Genetica medica
Consulente nell’ambito del Progetto di Innovazione nutrizionale per Udinese Calcio Spa