Come scegliere farine di alta qualità: etichettatura e informazioni fondamentali

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Quando si parla di farine di qualità, è fondamentale chiarire che il concetto di "qualità" non è universale, ma varia a seconda delle percezioni individuali del consumatore. La qualità di un prodotto è definita come "il grado in cui un prodotto soddisfa i requisiti richiesti" (secondo UNI EN ISO 9000:2000), dove questi requisiti comprendono esigenze esplicite, implicite o cogenti. Ogni consumatore ha una propria idea di qualità, che potrebbe differire a seconda delle necessità personali. Non dobbiamo dimenticare, tuttavia, che le aziende alimentari sono tenute a rispettare gli standard normativi garantendo che le "qualità cogenti" (tra cui es. la sicurezza alimentare) siano sempre rispettate.


Perché la qualità delle farine è una scelta soggettiva


Nel caso delle farine, i consumatori possono cercare “qualità” sotto vari aspetti. C’è chi si concentra sulla tecnologia, scegliendo farine che offrono buone performance in termini di lavorabilità. Alcuni sono attenti al legame con il territorio e preferiscono prodotti "km0" o farine da grano di origine locale o nazionale. Coloro che danno valore agli aspetti nutrizionali potrebbero prediligere farine ricche di crusca, che preservano il germe del grano e sono prive di miglioratori. Altri, sensibili alla sostenibilità, potrebbero cercare prodotti BIO e optare per aziende che adottano pratiche etiche ed ecologiche. Infine, non è raro che alcuni consumatori valutino la qualità anche in relazione al prezzo, prediligendo le farine più economiche.

L’etichettatura: strumento fondamentale per scegliere farine di qualità


Cos’è l’etichettatura e quali sono le sue funzioni


L’etichettatura è lo strumento più importante per riconoscere un prodotto di qualità. La definizione di etichettatura (secondo il Reg. UE 1169/2011) comprende ogni tipo di riferimento a un prodotto alimentare (nome, immagini, simboli) che accompagna il prodotto e permette di conoscerne la sua natura, origine e composizione. Le informazioni sull’etichetta devono essere completamente trasparenti e veritiere anche se apposte a carattere volontario come, ad esempio, accade per le dichiarazioni sulla qualità e l'origine del prodotto.


Le Informazioni obbligatorie sull’etichetta delle farine


Un’indicazione obbligatoria che dobbiamo ritrovare nell’etichettatura è la denominazione del prodotto ad esempio "farina di grano tenero tipo 0" o "farina integrale di grano tenero macinata a pietra", indicano chiaramente la tipologia di sfarinato. Nel caso specifico le denominazioni sono definite “legali” poiché definite per legge in associazione alla descrizione delle caratteristiche del prodotto che devono essere garantite. La denominazione del prodotto diventa dunque un elemento cruciale per distinguere le farine dalle miscele o dai preparati. 
Anche l’elenco degli ingredienti può essere utile a tale scopo rivelando se il prodotto contiene altri ingredienti o miglioratori, come additivi utilizzati per migliorare la lavorabilità o la conservabilità. 
Se una farina è originata solo dalla macinazione del grano, la lista ingredienti sarà estremamente corta o, in alcuni casi, non ci sarà nemmeno poiché lo sfarinato è mono-ingrediente e quindi la composizione assimilabile alla denominazione.


Le Informazioni volontarie per riconoscere la qualità della farina


Le informazioni volontarie sull’etichetta possono essere determinanti per la scelta del consumatore. Le diciture come “100% italiano”, “BIO” o “senza glifosato” fanno riferimento alla qualità del prodotto o ai metodi di produzione sostenibili e ecologici. Altri esempi possono essere i claim riguardanti sicurezza alimentare, filiera certificata o il livello di micotossine nella farina, tutte indicazioni che i consumatori consapevoli ricercano per scegliere una farina prodotta rispettando elevati livelli di sicurezza alimentare.


Come leggere L'etichettatura per scegliere la farina di migliore qualità


Perché le dicitura volontarie sono Importanti


Oltre alle informazioni obbligatorie, le dichiarazioni volontarie giocano un ruolo significativo. Se un produttore utilizza il claim "senza residui fitosanitari" o "senza glifosato", questi dichiarano un impegno etico e sostenibile nella produzione della farina. Allo stesso modo, diciture come "adatto per panificazione/per la pizza/per i grandi lievitati" o "adatto a lunga lievitazione" indicano caratteristiche specifiche della farina, particolarmente utili per chi è alla ricerca di farine ad alte prestazioni.


Claim da evitare: come non essere ingannati da dichiarazioni ambigue


Anche se le informazioni obbligatorie e quelle volontarie aiutano nella scelta, è importante che i consumatori siano attenti a eventuali inganni pubblicitari. Ad esempio, l’utilizzo del termine "naturale" per le farine potrebbe essere fuorviante. La farina, per sua natura, è un alimento naturale, e usare questo termine in maniera eccessiva potrebbe confondere il consumatore, che potrebbe erroneamente pensare che esistano farine "non naturali" o di "sintesi". Si tratta di un errore di comunicazione che potrebbe risultare ingannevole e che potrebbe attirare l’attenzione delle autorità di controllo.


Conclusioni: come fare una scelta consapevole sulla farina


La consapevolezza nella scelta della farina


Per scegliere una farina di alta qualità, il consumatore deve prestare attenzione alle informazioni presenti sull’etichetta, con un focus particolare su quelle di carattere volontario. È fondamentale fare attenzione a claim che siano chiari e verificabili, cercando di non lasciarsi influenzare da affermazioni generiche che potrebbero essere sensazionalistiche o fuorvianti. Analizzando attentamente tutti gli aspetti della farina, compreso l'imballaggio e le certificazioni, si potranno fare scelte migliori per garantire una dieta sana, consapevole e sostenibile.

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